Chi siamo
La Farmacia del Corso si trova sotto i portici del centro di Bologna, a due passi dalle Due Torri, all’ angolo tra le vie S. Stefano e Guerrazzi. Un tempo era chiamata “Spezieria da S. Biagio”, dal nome della chiesa di fronte, gia’ esistente nel 1267, ove oggi si trova la Banca BPM. Da notare la piazzetta Garganelli, un curioso allargamento della strada, che si spiega con l’ antica presenza del cimitero annesso alla chiesa. Ancora oggi nei paesi di montagna i cimiteri sorgono intorno alle chiese. Nei secoli passati, nel civico a fianco ( ora n.38 di via S. Stefano) sorgeva l’ ospedale di S. Biagio, dove venivano ricoverati i pellegrini che da Santiago de Compostela si recavano a Roma ed eventualmente in Palestina, passando dal Complesso delle Sette Chiese per ricevere grazie particolari. La farmacia, quindi, forniva a quei viandanti le cure necessarie per riprendere il cammino.
Alla luce dei documenti attualmente in nostro possesso (Giuseppe Guidicini, Cose notabili della citta’ di Bologna, vol.1) ovvero l’ acquisto di una casa in questo stabile nel 1394 e la vendita dello stesso immobile da parte di speziali nel 1408 (quindi a soli 14 anni di distanza), la spezieria non e’ nominata come tale, ma poiche’ nel 1492 viene data in dote da famiglie di speziali, possiamo ipotizzare che fin dal 1394 operasse come spezieria. Si tenga conto che fino al Concilio di Trento del 1563 i cognomi indicavano il mestiere, il paese di provenienza o il padre e nei documenti citati ricorre il cognome Speziale o Speciari.
Osservando il locale, l’ interno e’ impreziosito dall’ antico arredoin legno, realizzato dall’ intagliatore Antonio Cartolari (1700-1779), allievo dell’ architetto e scenografo Ferdinando Galli Bibiena (1656-1753). Eugenio Riccomini lo descrive cosi’ ne Il perditempo, passeggiate per Bologna, 1989:”L’ arredo e’ incantevole, con gli scaffali in legno, decorati al sommo di riccioli e volute barocchette e al centro, in un ovale, una bella Annunciazione di terracotta dorata del piu’ elegante dei nostri scultori settecenteschi: Angelo Pio’. L’ Annunciata non e’ li’ per caso: era la patrona della societa’ degli aromatari, e cioe’ degli speziali”.Dell’ affresco della volta realizzato dal pittore Mauro Tesi (1730-1776) rimane solo uno schizzo preparatorio. Nei locali interni e’ possibile ammirare un grande fornello alchemico, forse un unicum in Italia, utilizzato per secoli nelle preparazioni di spagyria, antichissima arte di trasformare le piante in elisir preziosi. All’ esterno l’ apertura delle vetrine e la collocazione della porta in angolo e’ stata realizzata nel 1932 dall’ architetto Melchiorre Bega(1898-1976),autore, a Bologna del palazzo del Rotary in piazza Ravegnana (1954) e del palazzo dei Congressi (1975) e della Torre Galfa a Milano (1956). Tra i conduttori piu’ illustri succedutisi nei secoli in questa farmacia vi fu Giacomo Zanoni (1615-1682), speziale ed esperto botanico. L’ amore per il mondo delle piante lo spingeva a viaggiare “per i monti e le valli del contado” allea ricerca di erbe con virtu’ terapeutiche che spesso risultavano nuove per gli studiosi del tempo. Fu autore di una Historia Botanica, punto di riferimento per gli appassionati di questa scienza. Nel XVII e XVIII secolo la sua famiglia mantenne la conduzione della farmacia che fu chiamata Ditta Zanoni. Gaetano Sgarzi (1795-1866)fu docente di chimica farmaceutica all’Universita’ di Bologna e conduttore di questa farmacia durante l’ epidemia di colera del 1855: mise a disposizione il locale per prestare soccorso agli ammalati.Nel secolo successivo il 16 giugno 1920 il dottor Mario Santandrea cambio’ il nome in “Farmacia del Corso” per la vicinanza del Teatro del Corso (distrutto nel bombardamento aereo del 29 gennaio 1944) e per l’ importanza allora attribuita a via S. Stefano, considerata il “Corso” di Bologna e dove ogni anno si svolgevano le sfilate dei carri mascherati. Attivo politicamente come socialista (conobbe Pietro Nenni e Paolo Fabbri), il 29 maggio 1922 Santandrea subi’ un’ aggressione da parte delle squadre fasciste di Italo Balbo che da Ferrara erano calate a Bologna per colpire gli avversari politici e si erano accampate sotto le logge del Pavaglione. Svolse anche l’ attivita’ di giornalista e per decenni scrisse per il “Guerin Sportivo”, sulle colonne del quale fece il ritratto del figlio Giorgio, descritto nella sua attivita’ di portiere delle giovanili del Bologna. Il pezzo che pero’ e’ rimasto nella storia sportiva della citta’ e’ l’ articolo che scrisse per il “Resto del Carlino” in occasione della finale del primo scudetto del Bologna nel 1925. Visse 103 anni.
Giorgio Santandrea e’ stato titolare dal 1961 al 2012 (51 anni, forse un record). Si dedico’ con grande impegno e tenacia al lavoro nella farmacia, facendosi promotore delle relazioni tra colleghi della provincia di Bologna.
Oggi alla Farmacia del Corso la passione per la medicina naturale si coniuga al piacere di portare avanti una tradizione, quella della Spagyria, coltivata per secoli nei suoi locali. Suggeriamo terapie naturali personalizzate e il dr. Luca Santandrea e’ sempre a disposizione per colloqui gratuiti per i fiori di Bach e consulenza spagirica.